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Le chroniche di Giovanni Sercambi, Lucchese . et sete, et cosi steono fine algiorno. Venuto il giorno, pensando che quelli di Monte Cal-voli uscissero fuori, quazi passato nona stectero piacti.35 E vedendo quelli di Luccha che neuno del chastello uscia,pensòno, scoprendosi, che serènno asaltati e a quello modo po-trenno guadagnare. E cosi diliberato, alquanti si scoprirò e iresto rimasero in aguàito andando intorno al castello, né per que-sto alcuno uscio fuori. E vedendo le genti di Luccha che po-40 go era giovato loro avizo, tornòro a Luccha sensa alcuno gua- e. 169 B 582 PARTE PRIMA DELLE C

Le chroniche di Giovanni Sercambi, Lucchese . et sete, et cosi steono fine algiorno. Venuto il giorno, pensando che quelli di Monte Cal-voli uscissero fuori, quazi passato nona stectero piacti.35 E vedendo quelli di Luccha che neuno del chastello uscia,pensòno, scoprendosi, che serènno asaltati e a quello modo po-trenno guadagnare. E cosi diliberato, alquanti si scoprirò e iresto rimasero in aguàito andando intorno al castello, né per que-sto alcuno uscio fuori. E vedendo le genti di Luccha che po-40 go era giovato loro avizo, tornòro a Luccha sensa alcuno gua- e. 169 B 582 PARTE PRIMA DELLE C Stock Photo
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Le chroniche di Giovanni Sercambi, Lucchese . et sete, et cosi steono fine algiorno. Venuto il giorno, pensando che quelli di Monte Cal-voli uscissero fuori, quazi passato nona stectero piacti.35 E vedendo quelli di Luccha che neuno del chastello uscia, pensòno, scoprendosi, che serènno asaltati e a quello modo po-trenno guadagnare. E cosi diliberato, alquanti si scoprirò e iresto rimasero in aguàito andando intorno al castello, né per que-sto alcuno uscio fuori. E vedendo le genti di Luccha che po-40 go era giovato loro avizo, tornòro a Luccha sensa alcuno gua- e. 169 B 582 PARTE PRIMA DELLE CRONICHE dagno. Ben diceano che la contesa che a loro fu facta ad Al-topascio, e per lo sonare a martello e per lo fuocho facto, lipredicti da Montècalvoli fanno avizati. Or chome la cosa fusse, si crede che fusse quello la verità. CCCCXXXVI. Chome le genti da pie di Luccha andarono a LlPRAFACTA E aUINE ARSERO TUCTO LO BORGO, PIGLANDOPREGIONI E PREDA E SCARAMUCCIANDO Co FANTI DA PIE DI PlSA, CHE ERANO ALLA GUARDIA DI LlPRAFACTA. e. 170A. Quando luomo è in guerra, quella vigorosamente far de, quan-do pace avere non si può. E pertanto il comune di Luc-cha vedendo essere venuto a disperata guerra con Pisa, ordinòn-no li antiani e 1 consiglio di Luccha, a dì .xvn. aprile dicto an-no, che si chavalchasse in quello di Pisa. E ciò ordinato, la sera 5di nocte si mossero di Luccha fanti sciolti et soldati da piòcircha 500, li quali andarono verso Liprafatta. E quine giunseroin sul dì, mectendo fuocho et prendere bestiame et pregioni erubare. E alla guardia di Liprafatta, oltra i terrieri erano fanti .e, li quali colle brigate di Luccha fecero molte battagle. Nondimeno 10le brigate di Luccha segnino im parte loro intentione, che arsenotucto il borgo di Liprafatta in fine alla chieza. E per li molti ver-retoni che di Liprafacta veniano, alquanti di quelli di Luccha fun-no feriti et du ne funno morti, luno da Collodi laltro da Pariana.E perchè Liprafacta di continuo facea segno